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L’anno che verrà

30 Dicembre 2015

NEBBIA

A fine dicembre coltivo un languore indefinito che appare verso metà pomeriggio e s’incunea nei confusi sogni notturni. Accade da anni e la cadenza stagionale mi fa pensare sia connesso alla temporalità geocentrica e solare per cui il venire meno della luce così presto – è buio da tante ore, osservava mia madre ieri alle sei del pomeriggio – me ne fa sentire ancora più forte il desiderio, una specie di nostalgia per qualcosa di essenziale che troppo presto è stato portato via.

Senza la luce solare non ci sarebbe vita sul nostro pianeta. Senza l’atmosfera che ci avvolge e ci protegge non avremmo la diffrazione dei raggi e tutta la varietà cromatica che diversifica ogni millimetro di superficie terrestre.

La fisiologia diventa un movimento psichico che a sua volta si è tradotto nelle culture e nelle religioni di ogni tempo e luogo, dove luce sta per vita, creazione, salvezza, divino.

Anche quando viene a mancare per lunghe fredde ore, il movimento della Terra incorporato nella memoria animale ci ricorda che tornerà. Dunque siamo biologicamente predisposti all’attesa, al ritorno che tanto amiamo anche nelle rappresentazioni simboliche, nelle narrazioni. E siamo predisposti alla ciclicità. Mentre la luce, che come la mente non si ferma mai, continua a viaggiare.

Buon viaggio nel 2016!

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