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Una coppia che si ritrova dopo tanti anni

10 Marzo 2014
Francesco Primaticcio, "Penelope e Ulisse", 1560 ca. Toledo, Museum of Art
Francesco Primaticcio, “Penelope e Ulisse”, 1560 ca. Toledo, Museum of Art

Laura era così assorbita nella contemplazione di quel quadro che a malapena si è accorta che ero arrivato al suo fianco. Mi sono avvicinato alla didascalia per capire di quale mitologia si trattasse.

Penelope racconta a Ulisse le prove subite durante la sua assenza. “Quando Odisseo e Penelope ebbero goduto il dolcissimo amore, si allietarono l’uno con l’altra con le parole, dicendo lei, la donna illustre, quanto dovette soffrire, vedendo l’indegna folla dei pretendenti sgozzare per causa sua molte pecore e molti buoi, e attingere molto vino dai vasi; l’illustre Odisseo, quanti dolori inflisse ai nemici e quante pene e fatiche patì egli stesso.” (Odissea, XXIII, 300-7)

Ritornai a osservare il quadro: un uomo e una donna, marito e moglie che si rincontravano dopo una lunghissima separazione. Chiunque si fosse trovato davanti, si sarebbe sentito anche dentro quella scena, sul bordo del loro letto.
Dentro la riconciliazione, l’imbarazzo, gli indugi e tutto quello che non si poteva dire, perché anche loro – una coppia che si ritrova dopo tanti anni – non sarebbero stati in grado di dirselo.

(Dal romanzo L’amore normale di Alessandra Sarchi, in libreria dal 18 marzo)

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