Da domani arriva in libreria un mio nuovo libro, “La felicità delle immagini, il peso delle parole. Cinque esercizi di lettura di Moravia, Volponi, Pasolini, Calvino, Celati”, pubblicato dall’editore Bompiani.
Si tratta di una raccolta di saggi, ispirati nello stile e nella forma al modello anglosassone del personal essay.
Tenendo il filo rosso del rapporto con la visibilità, a volte scambiata e identificata con la realtà o con la pittura o con la rappresentazione, ho cercato di esaminare la peculiarità del rapporto fra parola e immagine in cinque autori che ritengo significativi e che amo.
È stato bello passare del tempo in loro compagnia, ripercorrerne i pensieri e gli orizzonti da una prospettiva comune.
È invalsa la convinzione che viviamo in un’epoca caratterizzata dal predominio delle immagini come medium semplificato e al tempo stesso potenziato di comunicazione; alcuni studiosi hanno teorizzato che nel Novecento sia avvenuto un cambio di paradigma conoscitivo e culturale definito visual turn.
Lo sa il nostro inconscio, così come qualsiasi studioso di fatti visivi che non c’è nulla di più polisemico e difficile da interpretare delle immagini. Negli scrittori che ho affrontato questa consapevolezza era del tutto vigile e incalzante; nel frattempo la tecnologia ci ha immersi in un ambiente visivo bidimensionale avvolgente e ingannevole, ciononostante molti dei loro interrogativi mi sembrano ancora validi per capire cosa facciamo ogni volta che scrivendo pensiamo per immagini o viceversa usiamo le immagini al posto delle parole.
Appena acquistato. Spero di trovare subito il tempo per leggerlo, sono molto incuriosito…