Una giovane artista britannica, Catherine Bertola (Rugby 1976), nei mesi in cui è stata ospite del programma di promozione dell’arte contemporanea della Brontë Society and Parsonage Museum di Haworth ha realizzato una serie di fotografie intitolandole Residual Hauntings. In queste fotografie le figure delle tre sorelle, riprese in gesti di quotidianità casalinga, appaiono come fantasmi dai contorni fluttuanti nelle stanze della dimora del curato Patrick Brontë dove vissero gran parte della loro vita. Una di queste mi colpisce: i tre fantasmi sembrano inseguirsi intorno al tavolo del soggiorno, quello dove verosimilmente hanno letto e scritto, disegnato e ricamato insieme, in innumerevoli occasioni.
Nei romanzi di Charlotte, Emily e Anne sono costanti i rinvii, le citazioni rovesciate e il dialogo fra le tre sorelle, così diverse fra di loro, così determinate a difendere la loro individuale originalità, rieccheggia nelle pagine, come se non avessero mai smesso di parlarsi, di spiare le reciproche reazioni. Non deve essere stata facile la convivenza, il padre e il fratello figure labili, la mancanza di prospettive economiche, la malattia che decimava la famiglia.
Avevano la scrittura, ognuna un sentire imperioso e, come tutti, molti fantasmi da inseguire e tenere a bada.