Pare che un evento del genere capiti solo ogni settanta anni. E ci siamo in questo venti giugno 2016 il solstizio d’estate dell’anno bisestile coincide con la luna piena.
Pensavo in questi giorni a quanto largo sia il campo metaforico associato alla luna da Leopardi – immaginazione, illusioni, potere delle parole, sogno, delusione, estraneità, infanzia – e a come su tutte le immagini che il poeta ha creato per il satellite della Terra quella di miraggio che ci illude e ci incanta sia forse la più persistente.
Lo scrittore americano Paul Auster ne Il libro delle illusioni molto più prosaicamente parla di uno smeriglio avvistato a terra che sembra una luna, un mondo opalescente e meraviglioso in miniatura, e poi si scopre essere niente altro che uno sputo.
Magari anche noi siamo quello sputo, anzi allenarsi a pensarlo potrebbe aiutare un po’ di ecologia mentale e concreta, però siccome non accediamo mai al nostro al di là, è una grandissima consolazione poterci vedere come uno smeriglio che luccica, e ancora di più poter vedere in cielo una sfera d’argento che riflette la sua luce notturna sulle nostre teste, mentre sogniamo.